martedì 30 marzo 2010

...rostro.

Si manifesta nelle forme che morfeo ci ha detto di guardare.
Nel pixel più piccolo si riconosce la madre terra che sempre ci fà annusare il sapore della nascita.
Te stella che brilli in quel dell'infinito che la tua presenza forse è morta sul nascere e che la luce porta nell'attuale.
Rostro, ed è questo quello che ricordo.

martedì 23 marzo 2010

...quando.

Io sò quando finirà di essere questo luogo e questa anima.

...ragazzo.

Questa è la storia di un pugile che affronta un incontro atteso e preparato da tempo.
Come ogni grande evento le emozioni hanno il sopravvento. Non ti fanno ascoltare la fatica dei muscoli e il respiro straziante, ma stai combattendo. L'incontro nel suo essere ti risulta anche piacevole e tolti i guantoni non ti sembra vero non aver riportato nessuna ferita. Ma aspetta che i muscoli accettino la fatica e che il respiro sorpassi il rumore del tuo cuore, allora ti accorgerai che non ne sei uscito indenne, ma pieno di lividi e con due occhi ed uno stomaco gonfi dal dolore.
Questa è la storia di un combattente, di un pugile, di un guerriero, di una persona che affronta semplicemente la SuA vita.

...quando la mente respira.

lunedì 22 marzo 2010

...via come il vento.

Vivere un sogno. Lui stesso vive in una nebuolasa fatta di pensieri e parole che forse nemmeno sono stati detti. Essere impassibili davanti alla propria distruzione senza muovere un dito, scacciando ogni pensiero di ribellione, ma perchè?.
La sensazione è quella di scivolare su un terreno franoso che non si riesce a vedere, e pur esiste ed ha il volto di una foto scattata in un pomeriggio d'estate.

Creep, ma questa volta non è una partenza.

domenica 21 marzo 2010

...esistenza.

La cerco mentre mi sfugge dalle mani.
Il sapore della terra, visitata e mai apprezzata fino alla fine--non capita---non compresa---poco amata, no questo no. Forse amata male.
Cerco solo un traghettatore che trasporti la mia emozione in una terra dove è sceso l'esilio, voluto e cercato e a malincuore ottenuto.

...occhi chiusi.

Chiudo gli occhi per sognare, per immaginare, per non vedere quello che ho davanti.
Cerco una linea retta nel traffico che invade la mia testa.
Chiudo gli occhi e vedo quello che è stato il passato, ma la visione non è terrena, nasce da uno sguardo che è distaccato. Distaccato dalla paura di volerci vedere troppo bene, anzi no, dalla presa di coscienza che forse sia giusto così.


giovedì 18 marzo 2010

...franco.

Lasciatelo stare il franco che è dentro di voi.
Ha tempo per emergere, con i suoi racconti e con il suo passato che a te sà tanto di presente. Presente che ancora non conosci, e che pur vivi come il capitano della barca.
E' la sensazione di piacere che nasce lì dove si decanta la durezza del passato che fà sembrare "bene" una serata.
Allora, a franco! a cui dobbiamo domani un grammo in più di consapevolezza.

...mareggiata.

L'errore più grande si commette quando si crede di avere il controllo.
Come il capitano di una barca, che in balia delle onde, sorride beffardo al destino che si avvicina ma che nonn esiste fino a quando non saranno le sue labbra a dirlo e non il suo cuore a provarlo.
Coscienza, è questa la duplice cosa che regola l'essere umano---Coscienza della tempesta che si avvicina e Coscienza di non saperla controllare.

martedì 16 marzo 2010

...purple haze.

Vengono a me i passi carichi di e-strano...silenziosi ma perseveranti nel loro obiettivo.
L'ora del giudizio è giunta, non credevo si manifestasse sotto questa veste.
Viviamo l'attesa.

lunedì 15 marzo 2010

...ricollocazione.

All'apparenza sembra tutto tornato al suo posto.
Obiettivi, sicurezze, conoscenze. Il merito è di una spina chiamata casa, riceve energia dai personaggi che compongono le sue viscere e trova nutrimento nella terra che ha riempito il mio primo respiro. E da un vento freddo, ma indiscreto, che ti strappa dalla palla infuocata fissata all'orizzonte. E' una calma apparente forse, spero di no, ma da lontano posso udire il passo pesante di qualcosa---
qualcosa che spaventa...

NOTA PERSONALE
Non credo che il caffè possa eliminare tanto marciume.

giovedì 11 marzo 2010

...a te chi ti salva.

Ci preoccupiamo molto degli altri trascurando noi stessi.
Ci preoccupiamo di giudicarli, di salvarli, di odiarli----e noi?
Qualcuno sussura un'unica soluzione....il salvataggio è momentaneo.

N.E.L.L.A

...hecho polvo.

Spero di salvarmi un giorno.
Salvarmi da morfeo, che oramai ha conquistato tutto il mio tempo e le mie energie. Ma solo da lui riesco a vivere ciò che vorrei vivere. Una sorta di dimensione parallela che non fà altro che rovinare quella terrena, con i suoi sguardi con le sue parole con gli abbracci spezzati.
Quando si mescola troppo il surreale al reale diventa pericoloso. Diventa pericoloso il semplice vivere, il semplice affrontare il mondo---come un cavaliere senza il suo scudo, è così che vago nel presente.


martedì 9 marzo 2010

...pensare.

Lo si fà su un tessuto blu.
Compagni del pensiero sono due, o forse tre. L'antenna scossa dal vento, la finestra impassibile a qualsiasi evento, il sale, la componente chimica della reazione.
L'abbraccio che rastrella il genere umano è il pensare. Ognuno con il suo modo-con il suo obiettivo-con il suo modo di voler essere. Quando pensiamo cosa siamo, a cosa ci riferiamo? ad esseri umani che vedono il loro presente o ad essere umani che vedono il loro futuro?
Io vedo il futuro, figlio del passato che è arrivato a me con una forza d'urto dirompente. No, il pensare non ci abbandona mai, bisognerebbe forse cambiarli di vestito renderlo diverso; diverso da come noi ce lo siamo costruiti.
Ma la finsetra non ne vuol sapere di cambiargli il vestito, lei vede oltre se stessa. Dietro di lei il griggio, immutabile come lo strumento che lo lascia vedere.

lunedì 8 marzo 2010

...il percorso.

Non siamo noi che parliamo al percorso, è lui che ci parla. Continuamente ci parla ma molte volte noi lo ignoriamo, credendoci uomini extratterestri oramai soggiocati ad uno schema chiamato società.
Riflessione, sconcerto e paura. Sono queste le direzioni che ti offre il percorso, qualcuno disse che vanno ascoltate metabolizzate e rinominate secondo il nostro pensiero.
Quasi tutto è assimiliabile ad un percorso come il numero 23.
Continuiamo a seguire il nostro percorso con la curiosità di vedere dove ci porta, perchè non è vero che decidiamo noi dove andare---è il percorso che ce lo sossura in un orecchio durante il cadere di un giorno.



...carrer Avenir, entresuelo dos.

Come una volta, l'ora è tarda ma che potrebbe rappresentare l'inizio della giornata.
Giornata rapita dal rifugio, il quale ha svolto per bene il suo compito in queste ore, forse anche troppo.
Come una volta la casa affollata da persone enigmatiche che sicuramente vivono un altro tipo di rifugio. Ma il come una volta finisce qui, perchè poi subbentra la vita modificata di quattro anni.
Come una volta cercavo la protezione nel rifugio, ma purtroppo questa non c'era più. Si è modificata in qualcosa di meno carnale e molto più mentale, anche se torna sempre a trovarmi nella casa di morfeo non fà altro che far sanguinare una ferita che a volte sembra richiudersi e che a volte invece si fà largo per tutto il corpo.
Non è come una volta, dove i sensi di colpa per la sveglia ritardata ti facevano bruciare il piccolo orgoglio che hai dentro.
Non è come una volta dove a bruciare e a combattere la sveglia si era in due.

Adesso devi solo combattare non cercando la forza per vincere ma bensì la forza di non perdere.

Aùn sigo buscando mi tesoro ma al final creò que està perdito.


domenica 7 marzo 2010

...dopo il sabato la domenica

Rieccola qui puntuale come sempre, verrebbe da dire meno spaventosa del solito.
Non per eventi piacevoli trascorsi, ma forse neanche per infelici. Mi verrebbe da dire che la giusta lente sia quella del "...l'hai vissuto per cui si felice di averlo fatto". Anche se al momento riflettendoci bene la situazione poteva essere capovolta, vista la provenienza e la denominazione del sabato, buffa la vita e coloro che la riempiono.



sabato 6 marzo 2010

...il sabato.

E quindi è sabato.
Un suono mescolato ad un altro ci portano ad un citofono che sai di equi....ma che non sà di risposta, quindi ci si dirige in quel del pranzo dove l'accoglienza è celeste! e si discute sul movimento del pre-cena.
Si stampano le tavole, occasione ripetuta per gli architetti, ma per fortuna di quelle buone. E nel momento del presente è sconosciuta la destinazione finale...purchè ce ne sia una.


http://www.youtube.com/watch?v=1V_xRb0x9aw

giovedì 4 marzo 2010

...segno

Come una tela bianca, fissata oltretomba da sguardi desiderosi di espressioni interiori.
Segno veloce per una follia lenta, e tutto inizia.




mercoledì 3 marzo 2010

...rifugio. Paradies, den "Bett

Il rifugio viene interrotto è non è per niente contento di questo.
Ma proprio perchè nella vita si viene interrotti e scocciati mille volte, il rifugio trova ragione di esistere. E' bello il rifugio, ti protegge da quell'aria pesante che il mondo quotidianamente ti butta addosso e che tu per il semplice fatto di "crescere" (come ti viene ripetuto) devi accettare ed inchinare la testa.
Non ci sono tanti rifugi è sempre uno, ma mutevole nella forma e nella spazio. A volte però il rifugio è ingannevole per il semplice fatto che svolge la funzione di guardiano dei tuoi pensieri delle tue fobie e dei tuoi SOGNI.
SOGNI---non li chiamerei così, ma li chiamerei mondi paralleli dove il nostro "io" tenta di aggrapparsi a brandelli di vita passata rimescolati nella realtà.
Forse ho capito una cosa, anzi ho paura della cosa.
Ed il mio rifugio si trova in alto.




lunedì 1 marzo 2010

...trasloco.

Quante volte nella vita si trasloca?,,,una due tre nessuna.
Quando si arriva in una nuova casa ci sentiamo estranei ed emozionati allo stesso tempo. Curiosi e spaventati. Disorientati e con la voglia di trovare un nuovo orizzonte.
Comunque ci si porta dietro il cuore della vecchia casa, il calore e l'affetto che solo quelle mura sapevano darti. Qualcuno forse riesce anche a dimenticare quel calore e quell'affetto, è forse la nuova casa che fà addormentare le vecchie sensazioni e ne fà risvegliare delle altre, o semplicemente non ci portiamo più dietro l'amore per la vecchia casa perchè alla fine nella vita ne abbiamo cambiate molte----
ma come si fà quando bisogna lasciare la casa dove si è diventati grandi?